
25 Apr Le aspettative deluse sono una trappola.
La nostra mente per potere essere efficace adotta la legge del risparmio energetico. Le prime impressioni, le abitudini e le credenze di seconda e terza mano, ci permettono di non dover ricominciare ogni volta con l’analisi della situazione o con l’imparare un comportamento da zero.
Questa modalità rende certamente la nostra vita più comoda ma contiene un inghippo: il nostro vivere diviene stereotipato e pre-costituito.
L’essere “co-stretti” da abitudini e condizionamenti inconsapevoli fa si che le nostre scelte e le nostre emozioni, siano limitate e fisse.
Il cervello è nato per essere programmato.
Quando siamo neonati il processo di programmazione richiede sforzo/lavoro fino a che non viene consolidato, da quel momento in poi, quel pezzetto di esperienza organizzata non viene più messa in discussione.
Lo potete sperimentare quando qualcuno vi dice “non so perché, ma è così e basta!”
Quando però realizziamo che quello schema di pensiero, quell’abitudine, quell’emozione, quel comportamento non è più funzionale nella nostra vita, i vecchi programmi mentali devono essere interrotti (a livello fisiologico significa depotenziare le sinapsi[1]) per attivarne di nuovi. Questo richiede presenza e consapevolezza.
Se non introduciamo nella nostra vita la consapevolezza siamo solo degli esecutori di vecchi programmi mentali.
Che attinenza ha tutto questo con le aspettative deluse?
Le aspettative deluse sono gli effetti collaterali dei nostri programmi obsoleti.
Il programma all’interno del nostro cervello dice: “se faccio il bravo vengo ricompensato”.
L’esperienza del qui e ora è che ho “fatto il bravo” e non accade nulla, vengo ignorato.
Il programma va in tilt.
Ricordate il “programma” non può essere messo in discussione e quindi le risultanti sono due:
- giudico la realtà esterna (colui che non mi ha premiato per il fatto che “sono stato bravo”)
- giudico me (non sono stato abbastanza bravo).
Tutto pur di non mettere in discussione la programmazione.
Questo stato di cose porta a provare delle emozioni negative.
Ognuno di noi sa quanto male fanno le aspettative deluse. Il dolore è uguale per tutti però le reazioni ad esso sono diverse per ognuno di noi.
C’è chi reprime tutto e si dice “non importa”.
C’è chi si arrabbia con sé o con l’altro.
C’è chi si dispera.
E c’è chi mette in discussione la programmazione e utilizza l’esperienza per crescere e cambiare.
Per compiere un cambiamento osservare è il primo passo.
Ma cosa abbiamo bisogno di osservare? Abbiamo bisogno di svelare le aspettative.
Attraverso la presenza possiamo chiederci, ogni volta che mettiamo in campo un comportamento: “cosa mi aspetto che succeda?”.
Più siamo veri con noi stessi e più riusciamo a determinare un cambiamento.
Esempio: Regalo a mio figlio una vacanza. Mi aspetto che lui mi ringrazi, che sia felice, che torni senza lamentarsi etc.
Le reazioni dell’altro non possiamo rifiutarle con un: “è scontato che debba almeno ringraziarmi.. etc.”. Se ci lasciamo abbagliare da ciò che decliniamo come scontato torniamo allo sgambetto della programmazione che vuole che niente sia messo in discussione.
Con coraggio dobbiamo esplicitare a noi stessi le aspettative sottostanti a ogni nostra azione.
Quando abbiamo svelato le aspettative c’è un lavoro più complesso da fare che è comprendere le programmazioni sottostanti. Poiché queste sono, per la maggior parte, inconsce serve un intervento specifico.
In questo può essere d’aiuto “Il Gioco del Risveglio”. Una delle sue parti è proprio comprendere le programmazioni che abbiamo e come limitano la nostra vita.
Quindi guarire dalle aspettative si può, anzi è di vitale importanza per poter essere liberi di avvicinarci, sempre più, alla nostra vera essenza. Perché in tutti noi quello che non cambia e non evolve, diventa stagnante e muore.
Con Amore Dhara
Prossime date de “Il Gioco del Risveglio” 15-21-22-28 maggio 2022 11-12-18-25 giugno 2022 https://www.ilgiocodelrisveglio.it/eventi/
[1] La connessione funzionale/elettrica tra due cellule nervose.