Cambiamento: il caos prima della svolta.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
che la diritta via era smarrita.”
Divina Commedia Canto 1

Fortunato Dante, penso tra me, che gli succede una volta sola. A me sembra, che sia ciclica questa percezione di smarrimento.
Quando mi sento persa, si affollano in testa mille domande, e nessuna risposta mi viene in aiuto. Vivo di sensazioni che a fatica riesco a dar parola.

Ricordo l’estate dopo la maturità. Tutto era deciso: la facoltà universitaria, il trasferimento a Verona, il collegio femminile dove avrei vissuto.
Quella via, apparentemente diritta, trovò un ostacolo, una selva da attraversare.
Dentro me una profonda sensazione di disorientamento.
Se la via era dritta, li davanti a me, perché mi sentivo persa?
Perché non riuscivo a seguire quella direzione che tutti avevano già approvato,
che non creava confusione e reazione in famiglia,
che non disturbava la morale del paese?
Non lo so, so solo di aver seguito un turbamento illogico, preferendo la selva oscura.

Era il 1994 e in Ex-Jugoslavia vi era il conflitto bellico. Molti ragazzi italiani partivano come volontari con i Beati Costruttori di Pace,
e io partii con loro.
Avevo da poco 18 anni. Tante idee in testa, poca conoscenza del mondo, nessuna consapevolezza profonda di me stessa.
Allora credevo che ogni decisione fosse frutto solo della mia volontà.

Illusione.
Ogni decisione era per me:
5% volontà,
95% condizionamenti, preconcetti, credenze, storie famigliari, meccanismi di difesa e idee di seconda o terza mano.

Avevo 18 anni e sono fuggita di casa.
Una maggior consapevolezza mi avrebbe fatto prendere una decisione diversa? Forse no, ma sarebbe stata vissuta con diversa pienezza.
Ho portato su di me i segni di quella decisione per molti anni.
Ho fatto il conto con la solitudine e nessun Virgilio mi ha aiutata a percorrere la via, a ritrovar le stelle.
Ho girovagato un bel po’ nella selva oscura.
Cosa mi ha salvata?
La mia ostinazione. Essa è stata, ed è ancor oggi, ciò che per Braccio di Ferro era la scatola di spinaci,
per Asterix la pozione magica, per Harry Potter la bacchetta.

“Chiunque può arrendersi, è la cosa più semplice del mondo.
Ma resistere quando tutti gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza.” (Chris Bradford)

Uno dei miei primi grandi cambiamenti è stato sconvolgente e la sua integrazione ha richiesto un lungo cammino.
Grazie ad esso ho iniziato la ricerca della comprensione delle forze che mi muovano,
distinguendo ciò che è detrimentale da ciò che è evolutivo. Ricerca che continuo imperterrita ancora oggi.

Cambiamento ha la sua origine dal greco kàmbein, kàmptein «curvare».
Prima della curva la visibilità è ridotta, sappiamo da dove arriviamo ma non ciò che ci aspetta dopo. Così è, ad ogni cambiamento.
Sappiamo ciò che lasciamo e non ciò che troviamo.
Chi decide di vivere nel cambiamento ha come compagna la solitudine.
Si inizia ad avere sogni non condivisibili, visioni non spiegabili, linguaggi diversi.

“Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità,
bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva,
bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.” (Rita Levi-Montalcini)

A volte è la vita che dispone davanti a noi eventi che ci costringono a smarrire la retta via.
Altre volte, scegliamo noi di infilarci nella selva oscura.
Non importa da che parte arriva la spinta, ciò che fa la differenza è cosa né facciamo noi di questi momenti preziosi.
Essi sono l’inizio dell’avventura, il primo capitolo della Divina Commedia.

Quali sono state le “curve” della vostra vita? Ne avete consapevolezza?
Qual è stato il motore sottostante che vi ha spinto a modificare la “retta via” per accrescere la vostra profondità?

Il motore dei mutamenti è una sensazione profonda, il più delle volte illogica che ci spinge a fare salti nel vuoto senza paracadute.
Conoscete questa sensazione?
Cercatela.
Vi porterà nel caos esistenziale ma le meraviglie che da lì, andrete a creare, solo voi un giorno, potrete raccontarle.
Che la tua voce sia inserita in un coro o che tu sia un solista, non ha grande importanza.
Che tu sia ricordato o dimenticato, non è essenziale.
Diverrai immortale quando creerai e realizzerai un “senso”, un ideale.
Anche se dalla memoria scomparirà il tuo nome, sarai le fondamenta di ciò che avverrà in futuro.

Il Gioco del Risveglio è questo per me.
Un’idea che è diventata realtà e che ora ha bisogno di essere accompagnata nella sua evoluzione.
Ogni ostacolo mi costringe a focalizzarmi sul sogno e quando lo perdo di vista, mi sento smarrita.
Dimentico il mio senso.
Le illusioni mi scoraggiano.
Divento inconsapevole del mio potere.
Apparentemente sconfitta, rialzo il capo perché “ostinazione” è il mio talismano.
E il sogno continua…
Il mio sogno è questo: “Contribuire al processo di consapevolezza delle persone, per cambiare il mondo partendo da noi”.
Se il tuo sogno corrisponde al mio:
Il Gioco del Risveglio ha bisogno di Guide determinate, appassionate, pronte a mettersi a servizio, partendo da sé.

La mia “diretta via” l’ho persa molte volte, non per questo mi son persa d’animo, perché dopo ogni caos ho rivisto le stelle.

“Il cambiamento è inevitabile, la crescita personale è una scelta.” (Bob Proctor)

Con Amore
Dhara Roberta Bazzanella

Ps: dopo un anno a Mostar (in Ex-Jugoslavia) sono tornata in Italia sana e salva, ma non ho più vissuto a casa dei miei genitori.
Da quella “curva” la mia storia è proseguita e non mi sono ancora, voltata indietro.