La paura ostacola l’evoluzione.

La paura ostacola l’evoluzione.

Credo profondamente che l’ostacolo più grande per la nostra evoluzione sia la paura.

Raramente questa profonda emozione pervasiva, che ha mille sfaccettature e direzioni, è in relazione a qualcosa di realmente presente. La paura prende il sopravvento in noi condizionata dalle nostre esperienze passate, e rafforzata dalle proiezioni del nostro futuro, quando è definito potenzialmente pericoloso.

Quando, invece, diveniamo coscienti di noi stessi, consapevoli di ciò che siamo, di quello che stiamo vivendo, e ci definiamo nel nostro profondo senso, questa emozione perde tutto il suo potere e noi riacquistiamo la nostra libertà.

Se la paura perde potere grazie all’acquisizione di significato il lavoro su sé stessi è la magia che ci fa oltrepassare la soglia. Il senso ci è dato dalla comprensione dell’origine dei nostri lati oscuri, dalla possibilità di chiarire le caratteristiche della nostra personalità, di dare un significato a dolori, sofferenze fisiche e/o psichiche.

Portando dentro inconsciamente il ricordo di un trauma, di un tormento, di un evento negativo subito o causato, vengo da tutto questo influenzato e “agito”. Nel momento in cui divento consapevole di questo, posso affrontarlo, trasformarlo, elaborarlo, integrarlo dentro di me, crescendo. Questo è, alla fine, “imparare la lezione”.

Come in ogni Grande Viaggio l’insegnamento procede per tappe e ciò che oggi non è chiaro domani, potrà diventarlo se lasciamo aperta la coscienza.

Il percorso conoscitivo ha un suo processo: osservazione, assimilazione, presa di coscienza, e trasformazione psichica.

Ogni vaso ha bisogno del suo tempo per essere riempito, se smettiamo di cercare e crescere solo perché non vediamo i risultati il vaso mai si riempirà.

La nostra vita, il nostro destino, il nostro carattere, non possono essere influenzati da un unico episodio, per quanto importante: ogni elemento è come l’anello di una lunga catena che inizia con la creazione e si estende nello spazio-tempo della nostra evoluzione.

Diventiamo co-creatori del nostro destino responsabili di noi stessi, della capacità di amarci e di amare gli altri e l’Universo, come parte di noi e noi, parte del Tutto.

Quello che ci accade, le persone che incontriamo le esperienze che siamo chiamati a vivere non vanno giudicate, perché il giudizio viene da un punto di vista molto limitato.

Il nostro “essere umani” non ci permette di conoscere interamente il valore finale di un evento, da qui l’astensione dal giudizio su persone o situazioni.

La nostra possibilità di indagare le pieghe della nostra storia mette pace e insegna ad accettare la realtà per quella che è, non con rassegnazione, schiacciati dal destino, ma artefici di scelte fatte, di esperienze che siamo chiamati a vivere con le risorse che abbiamo: i nostri talenti.

Arrendersi significa possedere gli strumenti e le doti e non farne uso.

Il coraggio è nella scelta, qualunque essa sia. Il coraggio è nel prendersi la responsabilità e non la colpa. Il coraggio è nel preservare noi stessi e gli altri onorando la vita e vivendo la morte come passaggio, dopo che ciò che eravamo chiamati a essere, è stato compiuto.

La lezione che ho compreso è che non ci sono compiti che non siamo in grado di svolgere, prove che non possiamo affrontare. Credo in questo e nel mio buio vedo la luce.

La nostra anima ha scelto. Se non adempiamo alla scelta la prova ci verrà riproposta.

Cambiare e produrre cambiamento significa “metter in discussione”, rinunciare alle certezze, alla chiarezza e muoversi, senza paura, nel mondo alla ricerca della propria verità.